Chiesa dei Santi Vittore e Corona

Chiesa eretta tra il 1716 e il 1735.
Indirizzo Piazza Mazzini, 14045 Incisa Scapaccino AT, Italia
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In breve

Chiesa eretta tra il 1716 e il 1735.

Ha acquisito il titolo di parrocchiale nel 1750.


La chiesa dei santi Vittore e Corona, iniziata nel 1716 e portata a termine nel 1735, è stata eretta a chiesa parrocchiale da Monsignor Ignazio Marucchi, vescovo di Acqui, con decreto del 7 settembre dell'anno giubilere 1750: dunque si compiono 253 anni dalla sua fondazione e 251 da quando nella ricorrenza della Pasqua del 1752, l'arciprete Carlo Raposio ne prendeva possesso.

Nonostante che il ricordato anno di nascita appartenga all'età moderna, tuttavia la storia della nuova circoscrizione ecclesiastica si ricollega a quella dell'antica pieve. Giuseppe Forchielli, trattando l'argomento in generale, asserisce che "la Pieve è la chiesa dell'alto medioevo ed è la chiesa battesimale matrice di tutte le altre chiese minori del distretto...".

Dal graduale processo di disgregazione della pieve conseguì la ripartizione del territorio in due circoscrizioni, i cui parroci, prevosto ed arciprete, operano in modo autonomo.

Il fabbricato della pieve era in stato di grave precarietà, tuttavia, l'arciprete continuò a esercitare il ministero risiedendo però nel castello finchè, nel 1576 l'arciprete Alessandro dei marchesi di Ceva si trasferiva definitivamente nella prevostura di San Giovanni.

Tale anno passò alla storia della Chiesa di Incisa come data di fusione delle due parrocchie. A ricordo dell'avvenimento fu fatto dipingere un grande affresco con le effigi dei santi tutelari di entrambe le parrocchie San Giovanni Battista, San Vittore e Santa Corona.

L'edificio ecclesiastico della pieve, tuttavia, non era stato dimenticato anche se le sue condizioni erano assai precarie. Soltanto nel 1706, per iniziativa dell'arciprete Gerolamo Veggi, fu innalzata una costruzione, meno ampia della precedente, dotata di arredi, paramenti e suppellettili. Ai lati dell'altare furono disposte le statue dei Santi Vittore e Corona, in un tabernacolo di legno venne custodita la reliquia della vera Croce.

Nel 1716, tuttavia, erano state gettate le fondamenta della nuova chiesa che sarebbe dovuta sorgere presso la chiesetta della Beata Vergine delle Grazie.

Gli abitanti del borgo Ghiare insorsero auspicando che venisse eretta a parrocchia la chiesa di Sant'Antonio Abate. Il vescovo autorizzò i parroci a farvi risiedere un religioso con facoltà di amministrare i Sacramenti eccetto quello del Battesimo, di officiare, in tempo cattivo, i riti funebri, di celebrare i matrimoni registrando, però tutti gli atti in un unico libro parrocchiale.

La costruzione della nuova chiesa andò avanti e fu conclusa nel 1735, Monsignor Marucchi, il nuovo vescovo, era persuaso che quella nuova costruzione era ideale per una nuova sede parrocchiale, ma per non esacerbare gli animi degli incisiani usò molta prudenza. L'abitato aveva subito notevoli trasformazioni in quegli ultimi anni, e quella costruzione ecclesiastica, inoltre, sorgeva lontano dal torrente Belbo e in un punto in cui le strade confluivano da ogni direzione. 

Il 7 settembre 1750 durante una visita apostolica ufficiale il vescovo Monsignor Marucchi promulgò il decreto di costituzione della parrocchia dei Ss. Vittore e Corona "nella chiesa della B.V. delle Grazie posta al di là del Belbo in luogo sicuro da ogni inondazione in modo che ci fosse una chiesa di qua e l'altra di là dal Belbo" e fosse assicurata così l'assistenza spirituale ai fedeli anche in tempo di alluvioni del torrente.

Il 10 settembre successivo il vescovo, salutato dal suono delle campane e accompagnato dai notabili della città, fece ritorno in Acqui.

Al principio del 1752, tuttavia, le discordie non si erano ancora placate ed il vescovo esortava i parroci a continuare ad officiare in San Giovanni e a vivere "di buon accordo e santa armonia per il vantaggio spirituale delle anime che resteranno unificate dalla loro unione".

A metter fine alla controversie intervenne un provvedimento del Real Senato di Torino che intimava di "doversi esaguire senz'altro il decreto di S.E. Rev.ma monsignor Marucchi riguardante la separazione delle due Curie nel modo da esso decreto prescritto sotto pena dell'Indignazione di S. Sacra Real Maestà" e ordinava che "ciò avvenisse entro le imminenti feste pasquali".

Il consiglio convocato il 31 marzo dichiarava di sottomettersi all'intimazione del Real Senato di Torino mettendo così fine alla secolare controversia. Nella ricorrenza della Pasqua del 1752 l'arciprete Carlo Antonio Raposio prendeva possesso della parrocchia.

Il terremoto del 1886 nè lesionò profondamente le strutture e, lasciata in completo abbandono, crollò in una notte d'inverno del 1918.


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